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martedì 25 ottobre 2016

Muffin zucca e cioccolato

Si sta per avvicinare Halloween così ho pensato di lasciarvi una ricettina tratta dal mio libro "Pasticceria naturale ", Red! Il Castello Editore.



I muffin alla zucca e cioccolato sono adatti anche ai bambini perchè non hanno un sapore particolarmente forte di zucca, anzi quest'ultima dona molta morbidezza.



Se desiderate altre informazioni sul libro http://www.naturalbios.it/eshop.html

Come molti di voi sapranno, ho temporaneamente sospeso i corsi di cucina perchè mi sto dedicando allo studio e approfondimento di argomenti nuovi per offrirvi sempre nuovi servizi, nozioni scientifiche e attività! 
Spero presto di darvi qualche informazione in più!
Buon Halloween!

martedì 10 novembre 2015

Creme 100% di frutta secca e "Nutella" homemade




Nelle mie ricette trovate spesso le paste pure (chiamate anche creme 100%) di frutta secca: nocciole, mandorle, pistacchi, arachidi, anacardi... Un concentrato di "grassi buoni", senza ingredienti aggiunti (no zuccheri, oli o conservanti) utilissimi per dare consistenza e sapore a molte preparazioni sia dolci che salate (creme, biscotti, salse...). 
La crema 100% di nocciole ad esempio è l'ingrediente principe della mia ricetta della crema spalmabile al gianduia (simil Nutella) che trovate nel mio ultimo libro "Pasticceria naturale" (http://www.naturalbios.it/eshop.html). Non fatevi ingannare da molte simil nutella in vendita nei negozi biologici i cui ingredienti non sono poi così sani: solo perchè si trova al biologico non vuol dire che sia per forza sano. Vedremo in un altro post qualche consiglio per acquistare una buona crema spalmabile alla nocciola.

Intanto oggi vi svelo quali sono le due marche che preferisco: Damiano e Achillea. Non sono per nulla amare, doneranno alle vostre preparazioni un sapore unico.


Entrambe si trovano da Naturasì, altri negozi biologici o on line (http://www.emporioecologico.it/crema-di-nocciole-pura-achillea.html http://shop.naturasi.it/crema-di-nocciole-tostate-nocciola-damiano.html). Potete trovare le stesse tipologie di prodotti anche per altra frutta secca come mandorle, pistacchi etc. Per quanto riguarda quella di mandorle, vi consiglio quella chiara (http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__crema-di-mandorle-bianca.php), realizzata con mandorle spellate, perchè il risultato è più dolce e delicato rispetto a quella scura. 
 

giovedì 1 ottobre 2015

Cooking Tips&tricks- Farifrittata di ceci

Ripartiamo questo nuovo anno lavorativo con qualche novità. 
Prima fra tutte, vi presento questa nuova rubrica che sono sicura vi piacerà: #cookingtips&tricks




Pubblicherò ricette, trucchi e consigli per ottenere risultati perfetti, fare acquisti validi e molto altro ancora. 
Questa sezione nasce proprio da voi perchè spesso mi mandate messaggi, sms e mail per chiedermi la validità di alcuni prodotti che trovate al supermercato oppure consigli per realizzare ricette che vengono "spacciate" spesso per facilissime ma poi non lo sono....o forse chi le "vende" così, si accontenta del risultato. Chi mi conosce lo sa ormai: io finchè non ottengo un risultato che mi soddisfi, non do l'ok per la ricetta e continuo a provarla. Non mi piace pubblicare ricette in quantità facendo sembrare tutto facile e perfetto anche quello che non lo è. Solitamente durante i corsi trovate molto preziosi i mie "trucchetti", perciò ho pensato di scriverne qualcuno anche sul blog.

Ho pensato di iniziare con una ricetta che nella cucina vegetariana, vegana, macrobiotica è mooolto popolare ma le ricette che vedo pubblicate sono sempre imprecise e quindi mi chiedo come faccia a venire bene....infatti poi nei commenti si legge spesso che il risultato è stato disastroso.

Bene, quindi iniziamo!
Tips&tricks per la fari-frittata di ceci perfetta!



  1. la farifrittata (a differenza della farinata) si fa in padella. Quest'ultima quindi risulta fondamentale sia per tipologia che per dimensioni: deve essere antiaderente senza teflon e del diametro giusto in base alla quantità di ingredienti della ricetta. Non utilizzate tegami in ceramica e neanche in acciaio. Ricordatevi che affinchè la farifrittata sia buona, questa deve essere sottile, altrimenti otterrete un "mappazzone":-)
  2. la farifrittata (così come la farinata) non è un piatto light. L'olio ci vuole!Qualche cucchiaio d'olio sul fondo della padella ben calda deve esserci, altrimenti sarà facile che si attacchi
  3. la proporzione acqua/farina di ceci può variare in base alla tipologia di verdure che andrete ad aggiungere (se unite zucchine morbide e umide meglio stare indietro con l'acqua, se invece la fate semplice, potete anche aumentare per non farla troppo asciutta) e all'effetto che desiderate ottenere, cioè più croccante o più umida; comunque da circa due volte a due volte e mezzo di acqua rispetto alla farina di ceci.
  4. se avete tempo e fate riposare l'impasto, il risultato sarà migliore
  5. ovviamente le proporzioni acqua/farina sono fondamentali

Ricetta FARIFRITTATA
Ingredienti per una padella di 28 cm di diametro
120 g di farina di ceci
acqua (240 g se vi piace asciutta e croccante o se aggiungete verdure cotte oppure 300 g se vi piace più umida e morbida)
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale marino integrale
pepe nero

Preparazione
Preparate la pastella: in una ciotola capiente, versate la farina di ceci setacciata (per non formare grumi), aggiungete una presa di sale e un pizzico di pepe nero. Mescolate bene aggiungendo gradualmente l'acqua, continuando a mescolare con una frusta in modo da non formare grumi. Lasciate riposare alcune ore, meglio una notte (se avete fretta potete utilizzarla anche subito ma il risultato è migliore con il riposo). Scaldate una padella antiaderente di 28 cm di diametro. Versatevi due cucchiai d'olio. Prendete la pastella dal frigo, unitevi due cucchiai d'olio e mescolate. Versate sulla padella ben calda. Lasciate cuocere a fiamma moderata fino a doratura. Aiutandovi con una spatola in silicone, staccate la frittata dalla padella. Utilizzate un coperchio della stessa dimensione per girare la frittata. Lasciate cuocere anche questo lato fino a doratura. Servite tiepida.
Potete insaporire questo impasto base con delle spezie, erbe aromatiche oppure verdure cotte precedentemente (non acquose).
Se non avete la teglia di queste dimensioni, utilizzate lo stesso rapporto acqua/farina di ceci in modo da ottenere uno strato sottile quando lo verserete sulla vostra pentola.
Io personalmente quando la preparo come colazione la preferisco semplice e asciutta, mentre se la mangio a pranzo come se fosse una frittata con le verdure, mi piace di più umida, ma è questione di gusti. Con queste informazioni potrete regolare il risultato.

 


lunedì 21 settembre 2015

Tortine alle prugne

Quest'anno l'estate si fà attendere. Sono più i giorni di pioggia e freddo che quelli di caldo afoso. Solitamente in estate utilizzo pochissimo il forno per le preparazioni dolci e salate, ma con questo clima mi capita spesso di avere più voglia di torte e biscotti che di gelati e semifreddi...Ecco allora la ricetta di queste tortine molto carine da presentare come merenda a grandi (magari con un bicchiere di tè freddo) e piccini (insieme ad un bicchiere di latte di mandorla fresco). Se non avete uno stampo per tortine, potete anche realizzare un'unica torta. Come dolcificante ho usato la frutta: la banana e il succo concentrato di mela. Quest'ultimo non lo utilizzo spesso perchè credo che per quanto di origine naturale perchè derivante dalla frutta, essendo concentrato, si discosta un po' dal prodotto originario, creando sicuramente più impatto glicemico che non una o più mele. Detto queto vorrei far notare la differenza del succo concentrato di mela con un altro prodotto nuovo, uscito sul mercato recentemente, il "Dolcedì" http://www.rigonidiasiago.com/dolcedi/ chiamato zucchero di mela. Qual è la dufferenza?Sicuramente la concentrazione e la lavorazione. Notate il colore?Il prodotto della Rigoni è trasparente...ma se ci pensate bene il succo di mela non ha certamente questo colore...è stato quindi molto raffinato e concentrato per ottenere uno sciroppo molto dolce e trasparente. Ne vale la pena?E' da considerarsi un prodotto così naturale?Non credo...

TORTINE ALLE PRUGNE
Ingredienti per 8 tortine o 1 torta
200 g di farina integrale di farro
150 ml di succo di mela concentrato (io ho usato questo
100 g di banana (pesata sbucciata)
200 ml di yogurt intero(di soia per versione vegan)
5 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 bustina di lievito naturale per dolci
un pizzico di sale
prugne

Frullare la banana con il succo di mela, lo yogurt e l'olio. A parte setacciare la farina con il lievito. Versare i liquidi sulla farina, mescoalre, aggiungere un pizzico di sale e amalgamare tutto. Versare negli stampini oliati e infarinati. Su ognuno disporre mezza prugna. Infornare a 180°C per 45 minuti circa.


martedì 14 luglio 2015

Nana ice cream


Ecco il mio pranzo veloce e fresco di oggi: "nana ice cream", cioè il gelato alla banana da realizzare in modo semplice senza gelatiera. Un gelato senza latticini, senza glutine, senza uova e senza soia, vegan cosa volete di più? ;-)
Niente di nuovo: base di banana congelata a fettine e poi frullata con una crema di frutta secca o latte vegetale o altro...Ne esistono mille varianti. 
Io ne ho provate diverse e una di quelle che mi piace di più è quella alla nocciola e cacao perchè viene coperto abbastanza il gusto della banana. 
Partite da questa base per crearne altre secondo i vostri gusti.
Qui una variante della ricetta tratta dal mio ultimo libro "Pasticceria naturale", Red!

Ingredienti per 4 persone:
500 g di banane mature (pesate senza buccia)
120 g di pasta pura di nocciole 100%
60 g di sciroppo d’agave
30 g di cacao amaro
  
Sbucciate e tagliate le banane a rondelle di circa mezzo centimetro di spessore. Mettetele in freezer per almeno una notte. Estraete le banane dal freezer e frullatele insieme allo sciroppo d’agave e alla pasta di nocciole e al cacao con un frullatore potente. Servite subito.

Se non lo avete ancora provato, fatelo! Vedrete che vi sorprenderà e non farete più a meno delle banane nel vostro freezer :-)

sabato 9 maggio 2015

Torta tenerina vegan e gluten free

Domani si festeggia la festa della mamma. Cosa c'è di più buono di un golosissimo dolce cioccolatoso per festeggiare?Correte a fare la spesa!



Per chi non conoscesse la batata, ecco qualche informazione: originaria dell’America del Sud, contiene tantissime fibre, vitamine A e C (e in minore quantità B ed E), proteine, potassio, magnesio, ferro e calcio. E' inoltre ricca di flavonoidi e antociani e ha un grande potere antiossidante e anti-aging. Il Cajapo, una sostanza contenuta nella buccia (che in questa ricetta non ho usato), mangiato crudo ha un effetto riducente la glicemia basale e del colesterolo.



TORTA TENERINA
Ingredienti
400 g di batata (patate dolci rosse)
180 g di zucchero di canna integrale Dulcita (Altromercato)
160 g di latte di cocco (io al 75% ma dovrebbe andare bene anche al 50% che si trova più facilmente)
150 g di olio extravergine d'oliva DELICATO
120 g di farina di riso
50 g di cacao amaro
16 g di lievito naturale per dolci

Preparazione
Lavate e sbucciate la batata. Tagliatela a cubetti grossi e cucinatela in pentola a pressione con un velo sottilissimo di acqua, giusto per non farla attaccare. Lasciate cuocere 15 min dal fischio. Lasciate raffreddare poi frullate finemente con un mixer ad immersione.
A parte miscelate e montate con le fruste elettriche, l'olio, lo zucchero e il latte di cocco. Aggiungete la farina di riso, il cacao e il lievito setacciati. Infine mescolate anche la batata cotta e frullata.
Versate in uno stampo di 28 cm di diametro e infornate a 200° C. Abbassate a 180° C e cucinate per circa 30 minuti. Lasciate raffreddare 15 minuti in forno. Estraete la teglia e lasciate raffreddare completamente. Servite con una spolverata di zucchero a velo o panna di cocco.

Non è di certo una torta light :-) ma è buonissima e per la festa della mamma si può fare... :-) Inoltre è senza glutine (acquistate un lievito gluten free), e anche vegan!
Buona festa della mamma!





venerdì 20 febbraio 2015

Frittelle all'uvetta

    Anche quest'anno è arrivato Carnevale e le frittelle all'uvetta non potevano mancare!
   Prima di passare alla ricetta vi consiglio di dare una spolveratina all'articolo sulle regole per  fare un buon fritto: http://naturalbiosblog.blogspot.it/2013/02/le-regole-per-un-fritto-buono-e-sano.html




Ecco la ricetta per circa 60 frittelle circa:

200 g di farina di tipo 0 di grano tenero
100 g di semolino
100 g di farina integrale di grano tenero
100 g di zucchero integrale di canna
100 g di yogurtdi soia
200 g di uvetta
250 ml di latte di soia
1 bustina di lievito naturale per dolci 
sale marino integrale
olio extravergine d'oliva delicato per friggere
zucchero a velo di canna per decorare
  
Ammollate l'uvetta in acqua tiepida. In una terrina unite le farine setacciate e il lievito. A parte mescolate lo yogurt con lo zucchero di canna e il latte e incorporateli agli ingredienti secchi. Aggiungete un pizzico di sale. Mescolate facendo attenzione a non formare grumi. Unite l'uvetta scolata e lasciate riposare per almeno 30 minuti in frigorifero, meglio 1 ora.
Passato questo tempo potete friggere in abbondante olio extravergine d'oliva: formate con la pastella cucchiaiate non troppo grandi perché in fase cottura le frittelle crescono di misura.

Buon Carnevale!

giovedì 20 novembre 2014

Tempeh in agrodolce

Il tempeh è un derivato della soia prodotto dalla fermentazione dei semi di soia gialla. Ha un alto contenuto proteico e il fatto che sia parzialmente cotto e fermentato lo rende un prodotto digeribile, con un contenuto inferiore di sostanze antinutrienti rispetto alla soia o ad altri prodotti derviati  e in certi casi risulta anche benefico per la flora intestinale.
Il problema di questo alimento è il suo sapore forte. Bisogna imparare a cucinarlo per apprezzarlo. 
Ecco una delle ricette del libro "Il ricettario della gravidanza", Red! edizioni , che ha riscosso maggiore successo. Approfitto per ricordare che questo libro non è dedicato solo alle donne in gravidanza ma è un utile punto di riferimento per chi vuole iniziare un percorso di sana alimentazione: troverete nell'introduzione molte informazioni su come impostare il pasto e tante ricette gustose adatte a tutti, dall'antipasto alla colazione!

"Il ricettario della gravidanza", Marconato-Sacconago, Red! Foto G. Uccellini



TEMPEH IN AGRODOLCE


Ingredienti

400 g di tempeh naturale

due cipolle rosse

due porri

12 cucchiai di olio extravergine di oliva

6 cucchiai di farina tipo 0

3 cucchiai di salsa di soia

3 cucchiai di aceto di mele

2 cucchiai di malto di riso



Preparazione

Tagliate il tempeh a cubetti. Passatelo nella farina. Fatelo dorare in una pentola con l'olio. Aggiungete a questo punto le cipolle e il porro tagliati finemente. Versate un bicchiere d'acqua (deve coprire appena il tempeh) e la salsa di soia. Cuocere 10 minuti circa fino a quando il liquido sarà evaporato quasi del tutto.

Unite un'emulsione preparata mescolando insieme l'aceto ed il malto. Fate cuocere ancora qualche minuto e poi servite.

mercoledì 29 ottobre 2014

Presentazione libro "Tofu, seitan e legumi"


Grazie alla libreria Ubik di Busto Arsizio ed a tutti i partecipanti!
Spero che il libro vi piaccia!
Per chi si fosse perso la presentazione, qui alcune info:
http://naturalbiosblog.blogspot.it/2014/05/si-fa-presto-dire-soia.html






martedì 10 giugno 2014

Acqua dissetante alla frutta

E' scoppiato il caldo improvvisamente. In questi giorni in cui le temperature superano i 30° C è molto importante essere sempre ben idratati
Resistete alla tentazione di bere bibite zuccherate, ghiaccioli o granite pieni di sciroppi. 
Ecco invece un'idea fresca idratante e rimineralizzante tutta naturale: le acque alla frutta.

Prendete della frutta a piacere, quella che vi piave di più o che avete in casa: limoni, arance, fragole, albicocche, pesche, ananas, mirtilli, mele...ora lavate bene la frutta e schiacciatela un po' con un cucchiaio in modo da far uscire un po' di succo. 
Versate tutto in una bottiglia in modo da riempirla fino ad 1/3 e poi riempitela di acqua fresca o se avete fretta mettete anche dei cubetti di ghiaccio. Se proprio non potete farne a meno o avete bisogno di un po' di zuccheri, aggiungete un cucchiaio di miele o altro dolcificante e mescolate bene. 
Aromatizzate a piacere con zenzero, cannella, menta o altri aromi oerbe aromatiche. 
Lasciate macerare ed insaporire in frigorifero per almeno 2 ore. Filtrate e bevete. 
Vedrete come vi disseta davvero! 
La frutta rilascia nell'acqua i suoi nutrienti essenziali che forniscono all'organismo preziosi sali minerali e vitamine utilissimi a idratare il corpo.




Io oggi l'ho preparata con:
 acqua
1 mela matura
1 lime
1 arancio
un cucchiaino di stevia in foglie
un pezzettino di zenzero tritato grossolanamente


Buona calura! :-)

giovedì 15 maggio 2014

Si fà presto a dire soia...



A brevissimo uscirà il mio ultimo libro scritto con Emanuela Sacconago per la Red!.
I protagonisti questa volta sono le proteine vegetali tofu, seitan, tempeh e legumi. 
È un libro con 150 ricette vegane dal gusto e sapore mediterraneo e senza grassi vegetali diversi dall'olio extravergine d'oliva, senza margarina e panna, adatte però non solo a vegani e vegetariani ma anche ad onnivori che per vari motivi vogliono o devono ridurre il consumo delle proteine animali nella loro dieta.

Mangiare sano significa scegliere accuratamente le materie prime, indipendentemente dal tipo di dieta che si è deciso di intraprendere. A volte purtroppo ci si fà trarre in inganno da cibi che vengono popolarmente ritenuti salubri o innocui, che in realtà nascondono delle insidie per la nostra salute, soprattutto se consumati con frequenza.
Chi mi conosce sa bene che non utilizzo nè tantomeno consiglio, prodotti vegetali di scarsa qualità che spesso vengono utilizzati nelle ricette come sostituti delle proteine animali (affettati veg, panne veg idrogenate, wurstel veg...). Purtroppo ultimamente si sta facendo un po' di confusione facendo passare tutto ciò che è vegano/vegetale come salutare per principio. Non è così! Bisogna stare molto attenti a non incorrere in questo errore. Complice anche i ripetuti servizi delle Iene (vedi il post e i commenti qui: http://naturalbiosblog.blogspot.it/2014/03/era-da-un-po-di-tempo-che-pensavo-di.html) molte persone stanno fraintendendo molte cose, rischiando di commettere gravi errori ottenendo l'esatto opposto di quanto sperato. 
Chiarito appunto che non tutto ciò che è veg è sinonimo di salutare e che non tutto ciò che viene dal mondo animale non lo sia, cerchiamo di fare alcuni esempi.
Le bistecche di soia, i wurstel veg, gli affettati veg, le margarine non sono un alimento salutare!Ricordatevi di leggere sempre gli ingredienti! Le bistecche di soia sono fatte nella maggior parte dei casi di soia destrutturata, quella che viene anche venduta in sacchetti essiccata per fare spezzatino e ragù. Questa soia disidratata viene prodotta a partire dalla farina di soia attraverso una serie di procedimenti industriali che permettono la concentrazione delle proteine fino ad ottenere un prodotto dal punto di vista gustativo molto simile alla carne. Capite bene che qui non si sta parlando più di soia ma di un prodotto industriale molto elaborato e trattato, veramente poco salutare. Diverso è invece il caso se utilizziamo occasionalmente i fagioli di soia ITALIANA per produrci il tofu in casa o lo compriamo da un'azienda che utilizza prodotti di qualità e una filiera controllata ottenendo così un prodotto simile a quello artigianale. 

lunedì 5 maggio 2014

Buono e giusto 2014

Anche quest'anno sono stata invitata alla manifestazione "Buono e giusto", giornata del consumo consapevole e sostenibile. Abbiamo organizzato un corso di cucina naturale vegana sotto il gazebo, immersi nel verde.
Una bella occasione per sostenere e conoscere i gruppi di acquisto solidale, passare una giornata in mezzo alla natura e chi ha partecipato al corso ha anche potuto imparare qualche ricetta vegan sana e naturale a base di verdure di stagione.
Ecco una piccola carrellata di foto.
Grazie agli organizzatori che mi hanno invitata e a tutti i partecipanti al corso molto attenti e collaborativi come sempre :-)









venerdì 7 marzo 2014

Riflessioni sul servizio delle Iene sul caso di Antonio e l'alimentazione vegana



Era da un po' di tempo che pensavo di scrivere un articolo che chiarisse un po' di cose ed oggi, dopo il servizio delle Iene http://goo.gl/Y6mrcC sulla guarigione di Antonio dal tumore grazie all'alimentazione vegana crudista, penso proprio sia arrivato il momento.

Dico subito che io certo non sono nessuno per dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, cosa  sia scienza e cosa non lo sia, quello che scriverò qui ora è il mio pensiero OGGI, frutto di quanto ho studiato ed appreso negli anni durante la mia formazione sia universitaria che parauniversitaria, molto aperta e varia. Sottolineo l'oggi perchè per fortuna la scienza e gli studi proseguono e si deve sempre mettere in discussione le proprie idee quando ci sono dati e prove, perciò può essere che nel futuro ci saranno studi scientifici che metteranno in luce aspetti nuovi di questi argomenti che potrebbero portare a nuove visioni e conclusioni. 

Comunque tornando all'oggi, ritengo che senza ombra di dubbio si possa affermare che l'alimentazione sia una delle armi con cui PREVENIRE  e CURARE molte malattie soprattutto quelle in cui c'è un rapporto così stretto di causa effetto. Una sana alimentazione permette all'organismo di stare in equilibrio ed avere diversi sistemi fisiologici per combattere le patologie. Pensate alla febbre ad esempio, è una delle reazioni che il nostro sistema immunitario mette in atto, ma ce ne sono molte altre che avvengono senza che noi ce ne accorgiamo. Certamente se il nostro organismo è sottoposto a continui stress psico- fisici, oppure è già impegnato a tenere a bada malattie autoimmuni  e/o non è neanche ben nutrito, farà sempre più fatica a svolgere le sue funzioni di difesa tra cui anche quella di bloccare sul nascere processi tumorali. 
Nutrito non vuol dire essere in carne, ma avere un'alimentazione varia, composta di cibi di stagione, integri, in grado di dare fibre, vitamine, minerali, carboidrati, proteine, lipidi... insomma, tutto quello che serve alla nostra "macchina" per funzionare e nelle giuste proporzioni. 

Altrettanto provato è che una sana alimentazione debba includere CIBO VERO ed INTEGRO con  tantissime verdure fresche di stagione, frutta di stagione e anche dare ampio spazio a cereali integrali e proteine vegetali (legumi in primis) e ridurre di molto le proteine animali (max un 20%), evitando il junk food, i cibi conservati, lavorati e trattati. Per approfondire leggete qui: http://naturalbiosblog.blogspot.it/2014/01/pillole-di-sana-alimentazione.html



Da questo a dire che l'alimentazione vegana-crudista sia la soluzione a tutte le malattie e per tutte le persone è ancora una congettura e non una conclusione scientifica e rischia di alimentare false speranze. Certamente passare da una alimentazione in cui si mangia tutti i giorni soppressata e carne alla brace ad una vegana crudista seguita da uno specialista, comporta sicuramente un notevole dimagrimento, depurazione e riduzione dell'infiammazione che può aiutare una persona come Antonio, durante la lotta contro un tumore, ma dire che la dieta vegan/crudista sia stata l'unica fonte di guarigione è tutt'altra cosa da dimostrare o ancor più impossibile da generalizzare. 
Quello che non trovo corretto è far passare il messaggio che chi ha un'alimentazione vegana è al sicuro dai tumori o addirittura può abbandonare le terapie. Questo tuttavia non vuol dire che un'alimentazione vegana se seguita da professionisti e ben condotta non sia salutare, così come lo può essere anche un'alimentazione onnivora basata su quanto detto sopra e che preveda la maggior parte di proteine vegetali piuttosto che quelle animali...ma il discorso salutare o no non si può ridurre solo a questo aspetto, ve ne sono molti altri da prendere in considerazione (es. cibi raffinati, zuccheri...), tra cui anche il fatto che spesso i vegetariani/vegani sono molto più attenti a ciò che mangiano nel complesso, rispetto all'onnivoro medio che oltre a mangiare proteine animali in quantità eccessive spesso mangia anche tante schifezze, poche verdure e poche fibre.

Gli studi di Campbell, autore di The China study, ai quali spesso ci si riferisce per dimostrare questo, sono molto interessanti  ma poi purtroppo le conclusioni sono state un po' amplificate nel momento della diffusione popolare del messaggio. Mi spiego meglio. 
27 anni di studi e ricerche epidemiologiche svoltesi in Cina, documentati in una vastissima monografia di più di 800 pagine, vengono riassunti in "proteine animali no".... un po' troppo generica come conclusione: non è assolutamente in discussione l' opportunità di ridurre drasticamente il consumo di cibi animali, ma se è il caso di eliminarli tutti indistintamente e completamente in tutte le persone sembra più una congettura e non una conclusione ricavata dai dati. Inoltre sostenere che tutte le malattie siano dovute all'assunzione di proteine animali...bhe mi sembra un po' troppo. Vi sono anche altre cose nel libro che dimostrano una generalizzazione e una forzatura nelle conclusioni così come ci sono interessantissime considerazioni, ad esempio la visione olistica del cibo, della malattia e della medicina. Ma torniamo all'argomento dell'articolo...

Detto questo l'alimentazione dovrebbe essere una delle terapie che l'oncologo dovrebbe prescrivere alle persone affette da tumori, sicuramente, per tutti i motivi indicati in precedenza e più in generale l'alimentazione dovrebbe essere il primo farmaco naturale. Pensate ad esempio alle ipercolesterolemie dove anche le linee guida dicono che prima di dare le statine bisognerebbe provare con l'alimentazione e il movimento, ma quanti lo fanno? Anche per il diabete si riescono ad ottenere dei buoni risultati perchè l'alimentazione corretta aiuta a tenere sotto controllo la malattia e le conseguenze. Infine per quanto riguarda i tumori, ad esempio da anni all'Istituto Tumori di Milano si conducono studi (Progetto Diana, Progetto Tevere) su questo, cioè su come un certo tipo di alimentazione possa aiutare anche nel caso di recidive o durante le cure mediche antitumorali. Probabilmente in una situazione come quella di Antonio, il cambiamento radicale ha dato un grosso aiuto al suo organismo. L'ideale sarebbe imparare e mettere in pratica una sana alimentazione fin da piccoli, senza estremismi ed ognuno secondo i propri bisogni, perchè, come ha anche detto onestamente Antonio, ognuno di noi è diverso e ognuno di noi può giovare di alcune cose e di altre no. L'alimentazione non può ridursi ad una regola uguale per tutti. 
Certamente sarebbe utile che la ricerca scientifica investisse tempo e denaro per dare maggiori dati e risposte concrete sul rapporto tra alimentazione e tumori. 

Nel servizio delle Iene si parla poi anche di acqua alcalina, bhe di questo dico solo che c'è poco da dire... magari un'altra volta ne parlerò. Intanto leggetevi questo prima di rimpinzarvi di bicarbonato ;-) 

http://www.airc.it/cancro/disinformazione/bicarbonato/

A questo punto vorrei spiegare allora perchè nei miei libri di ricette (http://www.naturalbios.it/multimedia.html), in particolare quello della pasticceria, e durante i corsi di cucina, le ricette sono prevalentemente vegane. Riassumendo, per non dilungarmi troppo, dico che i dolci sarebbero da ridurre il più possibile o meglio essere occasionali, ma purtroppo ormai siamo abituati al biscottino, alla merendina, al dolcino dopo pasto quotidiano e allora se non si riesce a ridurre il dolce alle grandi occasioni, meglio allora cercare di fare in casa qualcosa di gradevole ma di qualità e leggeri, senza andare ad accumulare zuccheri raffinati, grassi saturi e proteine animali quotidianamente. Allora perchè non imparare a fare dei dolci più equilibrati, che incidano meno sulla glicemia, con ingredienti meno raffinati? Le uova nella maggior parte delle ricette non servono, basta solo imparare tecniche ed impasti nuovi e il risultato è ottimo. L'uovo preferisco mangiarlo come secondo piatto durante il pranzo piuttosto che trovarlo in ogni preparazione dolce o salata quotidiana (polpette, pastelle, pasta fresca, dolci, gelati...). Ricordate come sempre gli eccessi fanno male e io penso anche gli estremismi. Quindi se siete in salute e vi mangiate la torta di compleanno, si presume una volta all'anno, non succederà nulla se è di quelle classiche (ma fatte con ingredienti veri, non quelle industriali piene di aromi e conservanti e ingredienti sconosciuti), un po' strong, ma se a colazione e durante la giornata vi piace concedervi qualche cosa di dolce è meglio che impariate a preparare qualcosa che vi possa appagare ma che incida meno sulla vostra salute. Questa cosa non vale solo per i dolci, ma anche per tutte le preparazioni. 


Io penso inoltre che il cibo debba essere rispettato e valorizzato: se utilizzo certi ingredienti in una ricetta, si devono sentire e non devono essere coperti da aromi, zuccheri o grassi. Se iniziate a mangiare pane fatto in un certo modo, dolci senza zuccheri raffinati e senza burro, vedrete che poi non riuscirete più ad apprezzare questo tipo di prodotti, tutti uguali, piatti e finti.



Ritengo anche che sia importante imparare a conoscere alimenti che per la maggior parte delle persone sono sconosciuti ma che possono essere invece una valida alternativa per variare la propria alimentazione: se conosco tanti alimenti, potrò preparare ricette e piatti sempre nuovi e stagionali, se invece mi limito a fare corsi di cucina sulla pasta, carne e pesce, non potrò altro che continuare a conoscere quello.

Un altro buon motivo che mi spinge a proporre questo tipo di cucina è la richiesta delle persone che hanno allergie e patologie che le portano a dover escludere molti alimenti: pensate ai celiaci, ai diabetici, agli allergici alle uova o al latte tanto per fare degli esempi. Dare delle alternative possibili e gustose a queste persone, evitando loro di acquistare prodotti di pessima qualità che per sopperire a certi alimenti abbondano con altri ben poco salutari, credo sia importante. 







In questo articolo volutamente non ho affrontato la questione etica dato che quella è una libera ed ammirevole scelta ma che deve essere sempre fatta con coscienza e conoscenza per garantire la propria salute e che non è correlata a quanto trattato in questo articolo e nel servizio delle Iene.
Mi auguro davvero con tutto il cuore, dato che ogni giorno mi impegno per la divulgazione di una sana alimentazione, che ci siano presto numerosi studi scientifici e testimonianze come quella di Antonio per dare dimostrazione e prove concrete a chi ancora pensa che l'alimentazione non sia determinante nella salute.


martedì 18 febbraio 2014

Il riso



Il riso è una delle principali risorse alimentari dell'umanità: oltre la metà di essa basa sul riso la sua alimentazione. La sua diffusione è dovuta anche al fatto che riesce a svilupparsi in diversi tipi di ambiente senza grossi problemi.

Quasi tutto il riso coltivato nel mondo appartiene alla specie Oryza sativa, una gra­minacea. Solo in Africa si è originata ed è tuttora limi­tatamente coltivata una specie a sé stante: l'Oryza glaberrima.
 
VARIETA' DELL'ORYZA SATIVA 
L'Oryza Sativa si suddivide essenzialmente in due gruppi varietali: le varietà Indica e le varietà Japonica.

Le varietà Indica
Sono coltivate prevalentemente nelle zone tropicali ( Asia meridionale e sud-orientale, stati meridionali degli USA, Madagascar, Caraibi). I chicchi di questa varietà hanno una forma allungata, motivo per il quale sono noti anche come riso a chicco lungo. Durante la cottura assorbono poca acqua, per cui preservano la propria consistenza, non appiccicano e sono quindi ideali per le preparazione a base di riso asciutto, insalate, ripieni, specialità orientali. Tra le varietà indica si differenziano quelle profumate o aromatiche come il basmati, coltivato in India e Pakistan, od il jasmin detto thai che si contraddistinguono per dei particolari profumi (per esempio sandalo e mandorla) che si manifestano principalmente durante la cottura.
 

Le varietà Japonica
Si trovano nell'Asia orientale, negli stati arabi, nella zona mediterranea, in America del Sud, in California e in Australia. Presentano chicchi corti, da ovali a tondeggianti. Durante la cottura assorbono molto liquido e si gonfiano, diventando leggermente appiccicosi, per cui sono particolarmente adatti per pietanze a base di riso quali minestre, sformati, riso al latte, risotti, dessert.
In base alle dimensioni la classificazione italiana divide questi risi in 4 classi: Comune o Tondo, Semifino, Fino e Superfino.

Comune: è un riso con grani piccoli e tondi. Un esempio di questa varietà è il Balilla, indicato soprattutto per le minestre in brodo e dolci.

Semifino: è un riso medio e tondo. Una varietà compresa è il Vialone Nano. indicato per minestrone e risotti.

Fino: grano medio lungo. Esempi sono il Ribe e il Sant'Andrea. Sono indicati per la cottura a vapore ma anche per sformati e dolci.

Superfino: riso lungo  (Arborio, Baldo, Carnaroli, Roma, Pegaso, Thaibonnet). Sono indicati per risotti, pasticcini, timballi e insalate.

Esistono in commercio anche altri risi particolari o che hanno subito trattamenti speciali per renderli più ricchi o per usi particolari. Questi risi sono:

Riso a cottura rapida. Il trattamento a cui è stato sottoposto consiste in una parziale cottura seguita da disidratazione, che consente di accorciare notevolmente i tempi di cottura successivi.

Riso parboiled. E' riso integrale lasciato immerso in acqua per uno o due giorni e poi trattato al vapore. Questa tecnica prevede che il riso greggio sia messo dapprima a bagno in acqua calda, per essere poi trattato con vapore ad alta temperatura e infine essiccato con aria calda prima di venire sbramato con i normali sistemi usati per ottenere il riso bianco.
Durante questi passaggi le vitamine e i sali minerali passano per osmosi dal pericarpo all’interno del chicco, che conserva così quelle sostanze nutritive che vengono perse nella normale lavorazione.
Inoltre col calore si ha la gelatinizzazione dell’amido, che permette di ottenere un granello più resistente, che si conserva più a lungo ed è facile da preparare perché “tiene la cottura”.

Il riso Venere di color ebano, appartiene alla classe Japonica. La pigmentazione scura del prodotto finito è data dalla presenza di un pericarpo (l’involucro del seme) nero. I pigmenti presenti sullo strato esterno appartengono alla classe dei  metaboliti antiossidanti. Il prodotto è un riso integrale che non viene sottoposto ai trattamenti che lo privano dei tegumenti. Infatti, grazie ad un diverso tipo di macinatura viene rimossa esclusivamente la buccia, parte non edibile del prodotto, permettendo così di ottenere un riso più ricco e stabile in nutrimenti. È considerato un’importante fonte di fibre.

Il riso rosso Riso rosso Monascus purpureus
è ottenuto dalla fermentazione del comune riso ad opera di un particolare lievito, chiamato Monascus purpureus o lievito rosso. Questo riso, che deve il suo nome alla caratteristica colorazione ha preziose virtù ipolipidemizzanti.


PASSAGGI DI RAFFINAZIONE DEL RISO
Ogni spiga produce dalle 5 alle 10 cariossidi che contengono i singoli chicchi di riso.
La cariosside isolata dalla pianta è detta risone. Il risone o riso greggio è rivestito da due sottili e robuste pellicole dette lolla o glumelle e, alcune varietà, presentano al culmine della cariosside un baffo detto arista. La cariosside, una volta svestita dalla lolla, è costituita nella sua parte esterna, il pericarpo, da uno strato aleuronico che risulta ancora presente nel riso integrale o semi-greggio e dalla gemma o embrione.
La parte interna, detta endosperma, corrispondente al riso bianco, è costituita principalmente da amido che contiene percentuali differenti di amilosio (molecole di amido a catena lineare), responsabile del grado di consistenza, e di amilopectina (molecole di amido a catena ramificata) che influisce sulla capacità di penetrazione dei sapori e dei liquidi. L'amilopectina caratterizza inoltre la resistenza alla cottura. 
Il risone che esce dalla trebbiatrice ha sempre un'umidità così alta (25% in media) che non è possibile conservarlo o lavorarlo; perciò deve essere sotto­posto ad essiccazione.
Il riso viene poi setacciato con apposite macchine per eliminare i corpi estranei (pagliette, semi, terra, pietruzze). Segue la sbramatura, con la quale viene eliminata la lolla, la parte esterna del chicco costituita da glume e glumelle. Il prodotto ottenuto è il riso integrale.
Con la sbiancatura i chicchi di riso vengono limati con l'azione ripetuta di macchine apposite, con lo scopo di eliminare alcune parti importanti del cereale (parte del germe e alcuni strati esterni del pericarpo). II prodotto finale delle sbiancatrici è il riso semi integrale.  Successivamente il riso così lavorato passa alla fase di lucidatura che, utilizzando macchinari opportuni, toglie le farine più fini. ll riso raffinato così ottenuto può essere venduto come tale o subire un altro tratta­mento, la oleatura o la brillatura, trattato con talco e glucosio.  Durante la raffinazione quindi il riso perde il pericarpo che contiene la crusca, gli strati superficiali del chicco ricchi di amminoacidi e il germe che contiene grassi essenziali.
Quindi nel corso della lavorazione si ottengono successivamente questi prodotti:
- Riso greggio, privato della lolla: conserva ancora pericarpo ed embrione.
- Riso semigreggio: ha subito una lavorazione incompleta alla sbiancatrice.
- Riso mercantile: non lavorato a fondo (due pas­saggi di sbiancatrice)
- Riso raffinato: riso bianco passato 3-4 volte alla sbiancatrice che ha privato completamente la cariosside del pericarpo, e che perciò ha subito una lavo­razione completa.
- Riso camolino od oleato, che si ottiene oleando leggermente la superficie del riso raffinato con olio inodoro di lino o di vasellina.
- Riso brillato: si prepara da quello raffinato rendendolo brillante a seguito di lavorazione con talco e glucosio.

 
VANTAGGI NEL CONSUMARE RISO INTEGRALE
Quanto più il riso è stato raffinato e reso apparentemente più bello e bianco, tanto più diminuiscono i valori nutrizionali. Inoltre, durante la cottura, perde consistenza, amido e acquista maggior collosità. 
Un cereale integrale di buona qualità deve però necessariamente essere privo di residui tossici che potrebbero derivare da coltivazioni in cui si fà uso di fertilizzanti e pesticidi. Ecco perchè, quando si parla di cereali e farine integrali, è importante sceglierli di provenienza biologica.
Dal punto di vista nutrizionale il riso integrale è ricco di amidi composti da granuli di piccole dimensioni che gli conferiscono un'elevata digeribilità. Ha un contenuto estremamente ridotto di lipidi ed è abbastanza povero di proteine ma con buon valore biologico per la presenza della lisina.
Contiene preziosi minerali tra cui fosforo, magnesio, potassio, calcio, ferro, zinco e selenio, che intervengono come co-elementi catalizzatori in numerosi processi cellulari sostenendo il corretto funzionamento del metabolismo energetico, il trofismo dei tessuti e il sistema immunitario; ad essi si accompagnano poi aminoacidi essenziali, cioè quegli aminoacidi che l’organismo non è in grado di sintetizzare e che devono quindi essere assunti con la dieta, e sostanze quali il gamma-orizanolo, conosciuto per i suoi effetti positivi sul metabolismo lipidico e in particolare del colesterolo.
Il riso integrale essendo ricco di fibre può avere effetti benefici per chi soffre di problemi digestivi e riduce il rischio di sviluppare il cancro al colon, poiché agisce sull’assorbimento delle sostanze tossiche sulle cellule del colon e aiuta anche a mantenere in equilibrio gli zuccheri nel sangue.
Il manganese in esso presente aiuta il corpo a produrre energia da ciò che mangiamo e  contribuisce a combattere l’azione sull’organismo dei radicali liberi, durante il processo di produzione dell’energia.
Rinforza le difese immunitarie e protegge le cellule dall’azione dei radicali liberi per la presenza di zinco.
Una sola porzione di riso integrale copre il 23% del fabbisogno giornaliero di B6. Questa importante vitamina stimola anche la produzione di serotonina, detto anche ormone del buonumore.
Infine gli olii presenti in questo tipo di riso aiutano a ridurre i livelli di LDL noto anche come colesterolo cattivo.

Il riso integrale è soprattutto un alimento rinfrescante, disintossicante e lievemente lassativo; è un cereale che, in quanto privo di glutine, può essere consumato senza alcun problema dalle persone interessate dal morbo celiaco.

Il riso è l'unico cereale che cresce contemporaneamente insieme alla terra, all'acqua e all'aria. Questa crescita particolare fà del riso integrale uno dei cibi più equilibrati e curativi. Da un punto di vista energetico la macrobiotica consiglia di consumare riso a chicchi tondi durante l'inverno e a chicchi lunghi d'estate, per restare in sinergia con l'ambiente esterno.
Il riso è anche il cereale più indicato per una dieta anti infiammatoria sistemica e intestinale perché contiene specifiche sostanze (non presenti nel riso bianco) come la TRICINA, che contrastano la sintesi degli eicosanoidi legati ai processi infiammatori. Quando c’è un processo infiammatorio acuto, consumare solo riso integrale per alcuni giorni, condito eventualmente con un po’ di gomasio o di semi, può essere un vero toccasana. Per evitare irritazioni causate dalle fibre alimentari, in particolare in caso di infiammazione del tubo digerente si può mangiare il riso integrale sotto forma di crema di riso molto cotto passato al setaccio per eliminare le fibre. Se è presente una infiammazione del tubo digerente (come ad esempio durante chemioterapie) si può addensare la crema di riso con il kuzu (un amido con proprietà alcalinizzanti estratto dalla radice di una pianta che cresce in montagna). Ciò aiuta a ridurre la permeabilità intestinale a molecole alimentari non completamente digerite, che favoriscono stimolazioni immunitarie inappropriate e portano ad infiammazione intestinale, allergie alimentari e a patologie autoimmuni.


METODI DI COTTURA
Il riso integrale, così come tutti i cereali in chicco integrali o semintegrali, andrebbe cucinato sempre con la tecnica definita per assorbimento cioè non scolando il cereale a fine cottura ma facendo riassorbire tutta l'acqua necessaria al raggiungimento della cottura. In pratica come si fà?
Si lava bene il riso sotto acqua corrente per eliminare eventuali impurità. Si prende come misura una tazza o altro contenitore e si riempie con il riso. Per ogni tazza di riso aggiungeremo due volumi (quindi in questo caso due tazze) di acqua fredda in una pentola di acciaio dal fondo spesso. Portiamo a bollore, saliamo, poi copriamo con il coperchio e lasciamo il fuoco al minimo. Dopo circa 40 minuti il riso sarà pronto, avrà assorbito tutta l'acqua e sarà bello sgranato. Il tempo e la quantità di acqua possono subire delle piccole variazioni in base al tipo di riso, fate riferimento al tempo indicato sulla confezione e regolatevi sulla quantità di acqua.
Le prime volte è normale commettere qualche errore: troppa acqua, troppo poca, fuoco forte, dimenticare il coperchio...dopo un po' di pratica vi verrà automatico e mentre il riso si cucinerà voi potrete dedicarvi ad altro.

Esistono poi dei metodi per cucinare il riso integrale che riducono notevolmente il tempo sui fornelli mantenendo intatti qualità nutritive e gusto.
Un metodo è quello dell'ammollo perchè in questo modo si riducono i tempi di cottura; un altro è quello di utilizzare la pentola a pressione che permette di dimezzare i tempi di cottura. Procedete come indicato in precedenza, quando la pentola fischia, abbassate la fiamma e lasciate cuocere per metà del tempo indicato sulla confezione.
Un altro sistema molto utile soprattutto d'estate è questo:
dopo aver fatto bollire il riso una diecina minuti circa, spegnete il fuoco e coprite la pentola con una coperta. Il riso continuerà a cuocere anche a freddo, sfruttando il calore dell'acqua e assorbendola man mano.
Quando sarà l'ora del pasto potremo rimetterlo sul fuoco per qualche minuto, scaldarlo.
Questo tipo di cottura ci consente di effettuare la prima fase della cottura impegnando poco tempo. Per esempio potremo eseguire questa operazione durante la prima colazione e quando torneremo a casa troveremo il nostro riso già pronto. Basterà rimetterlo sul fornello per pochi minuti e lo condirlo a piacere, con verdure, con olio e basta o come gustoso e sano contorno.

Direi che abbiamo decisamente parecchi motivi per consumare il riso INTEGRALE!
Vediamo allora una ricetta semplice ma molto gustosa che ci ha preparato Elisa (http://lamiacucinaetica.blogspot.it/), che prepara e cura per noi le ricette del blog della sezione gluten free vegan:


Fiore di basmati 
con dadolata di tofu croccante e cavoletti di Bruxelles aromatizzati al limone




Ingredienti per 4 persone: 
300 gr di riso basmati integrale
salsa di soia “Tamari”
radice di zenzero fresco
2 cucchiai di “Mirin” (facoltativo)
300 gr di tofu al naturale
2 cucchiai di pan grattato
250 gr di cavoletti di Bruxelles
2 carote
un cipollotto
la buccia di due limoni biologici
3-4 foglie di alloro
peperoncino
timo, santoreggia e origano freschi (o altre erbe a piacere)
sale marino integrale
olio extra vergine di oliva




Procedimento:
Tagliate il tofu a “dadolini”, bagnatelo con la salsa si soia aromatizzata con erbe fresche a piacere, passatelo nel pangrattato e infornatelo con un filo d’olio extra vergine di oliva a 180° per 20-25 minuti.
Lavate accuratamente il riso basmati e lessatelo con la tecnica “ad assorbimento” nel seguente modo: ponetelo in una pentola, calcolando circa il doppio del volume di acqua rispetto al peso, in questo caso poco meno di 600 gr, aggiungete il mirin (per chi non lo conoscesse è un liquore dolce giapponese molto utilizzato nella cucina macrobiotica, completamente privo di zucchero, ma naturalmente dolce in quanto ricavato dalla fermentazione del riso glutinoso), il succo di un pezzetto di radice di zenzero grattugiata (la quantità è personale e va in base ai gusti), e 2 cucchiai di salsa Tamari. Mescolate il tutto e mettere sul fuoco, portando ad ebollizione a fiamma alta. Appena spicca il bollore, abbassate la fiamma quasi al minimo, coprite e lasciate cuocere senza mai rimestare per circa 30 minuti e fino ad assorbimento completo del liquido.
Con questa tecnica il riso risulterà perfettamente cotto e sgranato.
Nel frattempo preparate in una padella molto capiente, dell’olio extra vergine di oliva, la buccia dei limoni tagliata a striscioline grosse con un pelapatate, le foglie di alloro, il cipollotto e le carote tagliuzzati, le erbette fresche tritate e il peperoncino. Lasciate saltare il tutto per un paio di minuti, aggiungete i cavoletti di Bruxelles tagliati a spicchietti, salate lievemente e fate saltare il tutto pochissimi minuti fino a rendere i cavoletti al dente e di un colore verde brillante, così da salvaguardarne tutte le preziosissime peculiarità nutrizionali che possiedono. A fine cottura aggiustate di sale o di tamari, scartate le bucce di limone e l’alloro, e aggiungete il tofu croccante appena sfornato.
Con l’aiuto di un coppapasta a forma di fiore, componete il piatto mettendo alla base uno strato di riso basmati, e sopra il composto di tofu e cavoletti. Aggiungete un filo di olio extra vergine di oliva a crudo e ancora un pò di buccia di limone fresca grattugiata.


Ricetta di Elisa Spadola: diplomata cuoca e terapista naturale, esperta di cucina vegana e gluten free. Dedita studiosa e conoscitrice del potere che il cibo ha sulla nostra salute. "Lo studio degli alimenti, le loro combinazioni , gli stili di cottura, la stagionalità: niente va lasciato al caso al fine di ottenere piatti equilibrati, sani, naturali e che deliziano il palato."