Termina oggi la settimana mondiale dell'allattamento al seno.
E' ormai risaputo da tutti che il latte materno è l'alimento ideale per il bambino nei primi mesi di vita ma forse non si conoscono a fondo le motivazioni.
Con questo articolo voglio dare il mio contributo per diffondere una consapevolezza maggiore circa questo argomento.
Il latte materno è sicuro dal punto di vista microbiologico, bilanciato dal punto di vista nutrizionale, economico e specie- specifico.
La composizione del latte materno è variabile nel corso della singola poppata, nell'arco della giornata e soprattutto nel corso delle diverse fasi dell'allattamento le quali si articolano in tre momenti sostanzialmente:
- fase del colostro (fino al 3°-5° giorno dal parto): ricco di proteine, minerali, minori quantità di lipidi e glucidi ma ricchissimo di fattori immunitari (lattoferrina, lisozima, IgA...)
- fase del latte di transizione (dal 4°-6° al 10°-15° giorno): aumentano i carboidrati ed i lipidi mentre si riducono proteine e minerali
- fase del latte maturo (dopo il 10°-12° giorno)
Vediamo nel dettaglio i componenti nutrizionali del latte materno.
Il contenuto proteico del latte materno inizialmente nel colostro è elevato (in media 2-2,5 g/dl) ma poi decresce progressivamente a livelli intorno a 1 g/dl nel latte maturo. La quota proteica disponibile peraltro è solo di 0,7-0,8 g/dl in quanto alcune proteine del latte a funzione digestiva (lattoferrina, lisozima e IgA secretorie, si ritrovano immodificate nelle feci del lattante non venendo perciò assorbite a scopo nutrizionale.
L'azoto proteico del latte materno è così distribuito: la caseina rappresenta il 10-15% delle proteine totali mentre le sieroproteine coprono il 50-90% del quantitativo totale. Il rapporto medio caseina/ sieroproteine del latte materno è 40-60 a differenza di quello del latte vaccino, nettamente a favore della caseina (82/18).
La sieroproteina predominante nel latte materno è l'alfa lattoalbumina, poi abbiamo la lattoferrina che ha un effetto batteriostatico e immunomodulatore; altre sieroproteine importanti sono il lisozima, ad azione litica sui batteri suscettibile, e le IgA secretorie che diminuiscono progressivamente durante l'allattamento.
Da notare inoltre che nel latte materno è assente la Beta lattoglobulina, proteina fortemente allergizzante che è invece la principale componente delle proteine del siero del latte vaccino!
Tra i carboidrati, il lattosio (6-7 g/dl) rappresenta il secondo componente del latte materno dopo l'acqua. Il latte materno contiene poi oligosaccaridi, aminozuccheri, glicoproteine e altre molecole glucidiche complesse. La maggior parte degli oligosaccaridi non viene idrolizzata nel tratto dell'intestino superiore ma raggiunge intatta il grosso intestino dove favorisce lo sviluppo della flora bifidogena.
Il contenuto lipidico totale del latte materno varia da 3-4 g/dl; predominano gli acidi grassi insaturi (60%) di cui il 70% sono monoinsaturi e il 30% polinsaturi. Quest'ultimo gruppo è costituito in prevalenza da acido linoleico, alfa-linolenico, acido arachidonico e acido docosaesaenoico. Questi acidi grassi sono indispensabili per la sintesi delle membrane cellulari, in particolare di retina e cervello.
Il contenuto vitaminico del latte materno è influenzato soprattutto dall'apporto vitaminico e dallo stato nutrizionale materno.
Al contrario delle loro controparti organiche, le concentrazioni dei costituenti inorganici del latte materno (calcio, ferro, zinco) non sono così strettamente correlati all'apporto materno. Il calcio è contenuto nel latte materno in quantità vicine al fabbisogno minimo e il ferro, pur essendo scarsamente contenuto, presenta un'elevata biodisponibilità ed è assorbito per il 50%.
Quali sono gli effetti dell'allattamento al seno?
- effetto protettivo nei confronti di infezioni
- effetto protettivo nei confronti dello sviluppo di sovrappeso e obesità
- migliore sviluppo psicointellettivo
Per tutti questi motivi l'OMS raccomanda l'allattamento esclusivo al seno fino al sesto mese di vita compiuto, quando diventa necessario introdurre (anche in associazione al latte materno) altri alimenti per coprire il fabbisogno nutrizionale di alcuni componenti dove il latte non risulta più essere sufficiente (proteine e ferro).
Se avete letto con attenzione le caratteristiche nutrizionali del latte materno capirete perchè sempre l'OMS sostiene che prima del dodicesimo mese di vita (ma anche per maggiore prudenza non prima del 2 anno di vita) non dovrebbe essere somministrato latte vaccino.
La sua composizione infatti risulta essere molto differente rispetto a quella del latte materno e questo potrebbe causare alcuni rischi nel lattante i cui organi non hanno ancora raggiunto una completa maturazione. Le proteine del latte vaccino, Beta-lattoglobulina e caseina, presentano un elevato potere allergizzante. Gli acidi grassi polinsaturi sono quasi del tutto assenti, mentre vi è una prevalenza di acidi grassi saturi. Il contenuto di lattosio, come quello di vitamine è nettamente inferiore nel latte vaccino rispetto al latte materno, mentre leccesso di minerali, soprattutto sodio, può portare ad un incremento delle attività dei meccanismi fisiologici di compenso renale.
Le uniche vere cotroindicazioni all'allattamento al seno sono: infezione da HIV materna, infezione da HTLV materna (Human T-Lymphotropic Virus ossia virus
oncogeni responsabili di alcune forme di leucemia-linfom), farmaci citotossici, antitumorali, sostanze radioattive, droghe, galattosemia del lattante .
Esistono poi delle condizioni relative che devono essere valutate singolarmente dal vostro medico e richiedono spesso solo una sospensione temporanea dell'allattamento (ad es. infezioni e viremie materne, psicofarmaci, HCV).
Sono invece false controindicazioni:
- madri con mastite (lo svuotamento del seno affetto è parte del trattamento) e non esistono prove che i lattanti che succhiano da un seno con mastite siano infettati
- la maggior parte dei farmaci assunti dalla madre che allatta non comportano la sospensione dell’allattamento se sono farmaci somministrabili anche al bambino ma, soprattutto, perché la quantità del principio attivo che viene secreta nel latte è minima e, pertanto, innocua
- l’anestesia per un intervento odontoiatrico
- la ricomparsa delle mestruazioni
- lo stato di gravidanza
Quando iniziare l'allattamento?
Il neonato va attaccato al seno molto precocemente (terza-sesta ora dalla nascita) o anche prontamente dopo il parto ma comunque non oltre la dodicesima ora.
Non iniziare la somministrazione di un latte formulato prima di essere bene accertati che la madre non sia in grado di produrre a sufficienza latte materno proprio!
Solo nel caso in cui l'allattamento non sia possibile, o in caso di insufficienza del latte materno clinicamente accertata è necessario utilizzare le formule per l'infanzia e nessun altro tipo di latte o alimento diverso (no latte vaccino o bevande vegatali).
Infine date un'occhiata alle iniziative promosse in questa settimana per la promozione e il sostegno all'allattamento:
Bibliografia:
Pediatria essenziale, Burgio; Fetal nutrition and adult disease, Godfrey KM ; Programming by early nutrition in man, Lucas A; Ministero della salute
Foto di http://www.megganjoyphoto.com
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